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Etichette nel guerrilla marketing: successo a basso costo grazie a un’applicazione creativa

Molte strategie di marketing sono vere e proprie "battaglie di materiali": analisi estremamente approfondite, approcci altamente professionali e un impiego molto consistente di risorse economiche. Senza dubbio esistono approcci di marketing in cui il principio del “più è meglio” porta effettivamente ai risultati desiderati — ma, letteralmente, a caro prezzo. Il termine “battaglia di materiali” può però essere applicato anche a una forma completamente diversa di marketing. Infatti, proprio come nell’ambito militare esistono alternative a basso impatto rispetto a queste grandi offensive, anche nel marketing è possibile seguire vie più agili e creative. In questo articolo ti mostreremo come fare guerrilla marketing, che ruolo possono avere le etichette (o label) e quali aspetti è importante considerare.

Creare un piano di marketing - marketing attraverso le etichette


Definizione: che cos’è esattamente il guerrilla marketing?

Per spiegare il guerrilla marketing, è inevitabile fare un piccolo tuffo nelle strategie militari, poiché non solo il termine trae origine da lì, ma anche i principi fondamentali di questo approccio. .

Normalmente, le guerre vengono combattute da due eserciti grandi e di forza simile. Gli esperti parlano in questi casi di guerra convenzionale o near-peer warfare. Entrambi gli schieramenti necessitano di enormi quantità di personale e risorse materiali. Forse già qui riesci a cogliere il parallelo con il marketing tradizionale. .

Al contrario, la guerriglia è nota come guerra asimmetrica o non convenzionale. Non c’è un grande esercito, ma piccoli gruppi, che, pur avendo meno risorse a disposizione, possono agire con maggiore flessibilità, necessitano di meno equipaggiamento e operano secondo una tattica “a punture di spillo”.

Questo tipo di guerra è più economico sotto ogni aspetto, meno dispendioso, ma, se condotto con astuzia, può perfino sconfiggere eserciti molto più grandi e potenti. La storia offre numerosi esempi in tal senso. Ed è proprio qui che entra in gioco il guerrilla marketing. Il termine è nato negli anni ’80 grazie al marketer statunitense Jay Levinson, che osservò come soprattutto le piccole imprese, a causa del basso budget a disposizione, non fossero (e non siano) in grado di condurre campagne di marketing classiche, cioè costose e complesse. In questo modo, tali aziende si trovano spesso svantaggiate nei mercati dominati da concorrenti di grandi dimensioni e con forti disponibilità economiche.

Nel 1984, Levinson pubblicò il suo libro Guerilla Marketing, in cui propose per la prima volta un approccio al marketing completamente nuovo, ispirato direttamente ai principi della guerra di guerriglia.

Ancora oggi, queste regole sono valide::

  • Impiego minimo di risorse, talvolta addirittura quasi a costo zero;

  • Ambito di applicazione molto circoscritto e periodi di attuazione rigorosamente pianificati;

  • Utilizzo di strumenti economici, che però, grazie a un approccio particolarmente creativo, riescono ad attirare l’attenzione del pubblico;

  • Coinvolgimento del pubblico e di terzi, ad esempio per far sì che una campagna di guerrilla marketing diventi virale;

  • L’obiettivo è il profitto, più che il fatturato.
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Il libro di Jay Levinson (una lettura davvero consigliata a chiunque lavori in proprio) contiene molti altri spunti interessanti, ma questi cinque punti rappresentano il nocciolo del suo pensiero. Si tratta, in sintesi, di una forma di marketing piccola, flessibile, audace ed economica, che, grazie all’intelligenza strategica, può comunque avere un impatto straordinario.

Antonello Cirillo

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Quali sono le possibilità offerte dal guerrilla marketing?

Il guerrilla marketing segue spesso il principio del “l’audacia vince”. In quest’ottica esistono diverse modalità per mettere in pratica questo tipo di strategia. L’idea di base è sempre la stessa: sorprendere, spendere poco e generare un effetto grazie a un approccio non convenzionale.

Ambient Marketing attraverso i graffiti

Ambient Marketing

L’ambiente familiare del pubblico target viene modificato in modo sorprendente, ad esempio, con murales di grandi dimensioni in stile graffiti.

Ambush Marketing

Marketing “d’agguato”: il messaggio pubblicitario viene trasmesso sfruttando eventi di grande portata, anche se non collegati direttamente al brand. Esempio tipico: confezioni stampate con bandiere nazionali durante grandi eventi sportivi. 


Grassroots- (Graswurzel-) Marketing

Si avvale di persone comuni, come blogger, influencer, o di campagne progettate per generare forte tensione o controversia.


Buzz Marketing

Si rivolge a un gruppo ristretto di persone ben selezionate, invece che a un pubblico ampio. Questo approccio crea un legame personale, con l’obiettivo che questi individui diventino promotori attivi (influencer).

Mosquito Marketing

“Punge” i grandi concorrenti con azioni mirate, direttamente collegate alle loro campagne di marketing. Ad esempio, parodie o versioni satiriche delle loro pubblicità. I confini con la pubblicità comparativa sono sottili, ma è legalmente permessa anche in Germania sotto certe condizioni.

Mosquite Marketing: pungere la concorrenza
Attenzione attraverso il Sensation Marketing

Sensation Marketing

Un approccio a tratti provocatorio, che punta a creare l’illusione di un evento straordinario, per attirare il massimo dell’attenzione. All’inizio non viene nemmeno mostrato chiaramente il brand, e il messaggio pubblicitario può persino restare implicito.

Stealth Marketing

La campagna è ideata in modo tale che il pubblico non si renda conto, almeno inizialmente, che si tratta di pubblicità.

Sticker Marketing

Questa è la categoria in cui rientrano etichette, label e adesivi utilizzati a fini promozionali. 

Sticker su una camicia - sticker marketing
Adesivi utilizzati per strada - street marketing

Street Marketing

Comprende in generale tutte le azioni (non convenzionali) svolte nello spazio pubblico. Molte campagne basate su etichette rientrano in questa categoria, ad esempio, etichette incollate sui pulsanti dei semafori pedonali o flash mob.

Label Marketing: perché etichette e adesivi sono ottimi strumenti per il guerrilla marketing?

Se vivi in una città di medie o grandi dimensioni, ti sarà sicuramente capitato di notare grandi quantità di adesivi attaccati un po’ ovunque negli spazi pubblici. La ragione è semplice: gli adesivi sono estremamente versatili, sia in termini di design che di utilizzo.

Possono avere dimensioni molto diverse, e ciò che vi si può stampare è limitato solo dalle capacità della stampante. E, a differenza di molte altre tecniche di street marketing, gli adesivi sono incredibilmente economici. Questo li rende, non da ultimo, uno strumento ideale per fare pubblicità su larga scala a costi contenuti.


Guerrilla marketing con le etichette: a cosa prestare attenzione?

Ricapitoliamo brevemente: il guerrilla marketing vive dell’effetto sorpresa: l’obiettivo è colpire positivamente il pubblico, far sì che si parli del tuo brand e che chi assiste all’azione diventi ambasciatore del marchio e veicolo di passaparola. Sia nella teoria che nella pratica, anche una campagna localizzata con semplici adesivi può generare un effetto virale simile a quello di una campagna da milioni di euro.

Vuoi un esempio? Un noto produttore di rasoi ha lanciato una campagna a Manhattan. Realizzò adesivi bianchi che ricordavano un fazzoletto di carta, con una piccola macchia di sangue al centro. 

Questi adesivi venivano applicati sui volti maschili dei manifesti pubblicitari, dando l’impressione che quei signori si fossero tagliati durante la rasatura e avessero tamponato il taglio con un fazzolettino, come si fa normalmente.

Uomo che si rade - marketing per rasoi

Si può supporre che i marketer che stanno dietro a tutto questo abbiano eseguito alla perfezione alcune delle seguenti fasi:

  • Pensate fuori dagli schemi. Avete a disposizione un’etichetta o un adesivo. Su di esso dev’esserci qualcosa che sorprenda, che faccia dire “Wow” alla maggior parte delle persone che lo vedono. Per esempio, potete fare un brainstorming interno nella vostra azienda su cosa vi farebbe sorridere. Valutate anche oggetti o luoghi pubblici da usare come supporto. Un esempio: un produttore di detergenti utilizzò vecchie monete sporche e scolorite, le pulì solo per metà fino a farle brillare e vi applicò un adesivo con il nome dell’azienda. Il risultato? Una moneta per metà pulita e per metà sporca = effetto visivo immediato + messaggio sul potere pulente. 

  • Cercate le location adatte. Devono essere luoghi molto frequentati, possibilmente proprio dal vostro target di riferimento. Un produttore di cibo per cani, per esempio, applicò a terra, in centri commerciali, adesivi realistici raffiguranti ciotole piene di crocchette, con il proprio logo. Molti proprietari di cani furono costretti a fermarsi, perché i loro animali si avvicinavano incuriositi al “finto” cibo.

  • Restate sempre nel pieno rispetto della legalità. Applicate adesivi su proprietà altrui solo con autorizzazione. Non coprite assolutamente segnali stradali o cartelli, anche se in molte città sono già pieni di sticker, ciò non giustifica ulteriori interventi illeciti. 

  • Usate i social media, per far circolare le prime foto della campagna. Meglio però non farlo attraverso i vostri canali ufficiali, ma tramite profili di terzi; ad esempio, conoscenti o influencer già coinvolti nel progetto.


Con un po' di fortuna, avrete acquistato etichette per una cifra a due cifre e speso forse solo poche centinaia di euro per l'intera campagna. Otterrete però un “tsunami” virale per il quale altri dovrebbero versare decine di migliaia di euro a un'agenzia pubblicitaria. Il punto cruciale è la vostra creatività. La parte più concreta della creazione grafica al computer e della stampa degli adesivi finiti è invece estremamente semplice.


Conclusione: il guerrilla marketing con le etichette può ottenere grandi risultati con poca spesa

Così come la guerriglia è “la guerra del piccolo”, il guerrilla marketing rappresenta la pubblicità delle piccole imprese: non costosa, non multicanale, ma flessibile, pensata con intelligenza e attuata nei momenti e nei luoghi in cui è possibile ottenere il massimo effetto.

Qualche centinaio di etichette ben progettate e distribuite forse non potrà sostituire una grande strategia di marketing, ma può comunque generare un risultato pubblicitario il cui valore supera di gran lunga i costi sostenuti; ed è proprio questo che conta, alla fine.


FAQ

  1. Il guerrilla marketing è percepito come meno valido?
    No, assolutamente no. Se è ben fatto, la creatività e l’ingegno della campagna superano di gran lunga il basso investimento. E poi, nel marketing vale sempre il detto: “Il fine giustifica i mezzi.”

  2. Il guerrilla marketing può essere combinato con campagne tradizionali?
    Sì, assolutamente. Può essere utilizzato da solo oppure in combinazione con altre strategie. Anzi, è possibile anche combinare tra loro diverse tecniche di guerrilla marketing.

  3. Il guerrilla marketing è davvero efficace?
    Se l’azione è ben pianificata e ha successo, la sua efficacia può arrivare al livello di campagne convenzionali molto più costose o addirittura superarle, grazie a un effetto virale che raggiunge uno status “cult”.

  4. È necessario osservare qualcosa di particolare riguardo alle etichette di marketing?
    Le etichette devono essere adatte allo scopo previsto. Per esempio, se la campagna con le etichette si svolge all’aperto, è preferibile utilizzare label adatti per l’outdoor.

  5. È legale attaccare adesivi su beni pubblici?
    No, assolutamente no. Qualsiasi forma di adesivo (così come stencil o graffiti) va applicata solo con il permesso del proprietario della superficie. Questo vale anche per i beni pubblici. Un caso citato: la città di Göttingen ha fatto causa a un manifestante che aveva attaccato adesivi ai pali della luce. Ricorda sempre: poiché queste campagne devono riferirsi alla tua azienda, è difficile effettuare uno sticker‑guerrilla marketing in modo anonimo. A seconda della gravità, si può trattare di infrazione amministrativa o perfino di danno penale — e le sanzioni possono diventare molto costose, e rapidamente.