

Dal contrassegno TÜV al bollino per il pedaggio – Etichette nel settore dei trasporti
Con gli adesivi sui veicoli, molti utenti della strada vogliono anche esprimere un messaggio personale. In questo senso, i cosiddetti bumper sticker con brevi slogan non si distinguono molto da avvisi come “Bimbo a bordo”. Oltre a queste etichette, esistono anche altri adesivi importanti nel traffico stradale. Questi, ad esempio, attestano il pagamento di determinate tariffe oppure informano le autorità sulla conformità tecnica del veicolo. Nelle righe seguenti vi presentiamo queste etichette: non solo cosa rappresentano, ma anche quali sono le loro caratteristiche tecniche.

Definizione: cosa devono essere in grado di fare le etichette ufficiali per il traffico
Le etichette e gli adesivi di qualsiasi tipo sono sottoposti a forti sollecitazioni all'esterno:
- A causa dell’esposizione al sole, le etichette vengono colpite da raggi UV. Questo sollecita sia il materiale di supporto (in particolare diverse plastiche), sia gli inchiostri di stampa utilizzati. Il primo può diventare fragile, i secondi scolorire fino a diventare illeggibili; naturalmente solo in caso di scelta errata dei materiali.
- L’etichetta si trova all’aperto tutto l’anno e per tutto il giorno, e per questo è soggetta a forti variazioni di temperatura. In presenza di luce solare diretta, si possono raggiungere anche temperature a tre cifre sulla superficie. Ma durante una notte invernale può fare molto più freddo di 0 °C. Anche questo sollecita l’intera etichetta, oltre che il suo adesivo.
- Le intemperie agiscono fisicamente in vari modi: pioggia, grandine, neve. Inoltre, il vento, le particelle di polvere che esso trasporta e, nel caso di etichette applicate su veicoli, anche l’impatto con pietrisco, insetti e altro ancora.
In sintesi: le etichette per uso esterno in generale e per veicoli in particolare devono essere particolarmente robuste per poter durare diversi anni.
Per la maggior parte delle etichette ufficiali, questa resistenza rappresenta solo la base. Poiché molte di esse hanno il carattere di documenti ufficiali, devono soddisfare requisiti ancora più elevati. Ecco alcuni esempi:
- Sicurezza contro la contraffazione: a tal fine devono essere integrati, ad esempio, ologrammi, simboli microscopici, elementi visibili solo sotto luce UV e simili.
- Autenticità del documento: un adesivo molto forte, combinato con un materiale di supporto appositamente progettato, garantisce che queste etichette non possano essere rimosse senza danneggiarsi. Si strappano inevitabilmente in più parti. Questo serve a prevenire abusi e a rendere facilmente riconoscibili eventuali tentativi di manomissione.
- Precisione di ripetizione: di norma, sia i colori che i font autorizzati sono definiti in modo esatto e non sono ammesse nemmeno minime variazioni, anche in serie da decine di migliaia di pezzi.

Per le etichette applicate all’esterno, è inoltre necessaria un’ulteriore resistenza: tolleranza a detergenti anche molto aggressivi, sale antigelo e idropulitrici.
L’etichetta rara: l’adesivo con la targa
Molto probabilmente conosci la targa, o numero di immatricolazione, come una lastra metallica in rilievo. È certamente un supporto per etichette “vere” e anche per pellicole adesive nere usate per le scritte, ma la targa stessa come etichetta? In effetti sì, almeno per una piccola minoranza di proprietari di veicoli.
Esistono infatti targhe in forma di etichette adesive. Per quanto riguarda colori e dimensioni, non si distinguono dalle controparti in metallo.
Ma è legale? A questo punto la questione diventa interessante e giuridicamente un po’ delicata: in base ai suoi contenuti, il § 10 del Regolamento sull’immatricolazione dei veicoli vieta in realtà queste targhe adesive; in teoria. Nella pratica, tuttavia, è possibile ottenere un’autorizzazione eccezionale tramite un perito riconosciuto.
Ciò avviene, ad esempio, per veicoli speciali o prodotti in piccola serie, per i quali una targa standard potrebbe ostacolare la ventilazione del motore. Non è una soluzione per i veicoli di serie, ma un’alternativa possibile per i possessori di veicoli speciali.

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L’etichetta ufficiale: il bollino di immatricolazione
Qual è l’atto più importante compiuto dal funzionario pubblico quando si immatricola un veicolo a proprio nome? È l’applicazione di una piccola etichetta rotonda sulla targa che deve essere montata (nei veicoli a più corsie) sulla parte anteriore e posteriore.
Comunemente è conosciuta come etichetta di immatricolazione, ma il nome ufficiale è bollino di immatricolazione. Al centro dell’etichetta si trovano sempre il nome e lo stemma del rispettivo Land federale, circondati dal nome del distretto o della città che rilascia l’immatricolazione.
Ma perché questo bollino è così importante? Semplice: solo quando è applicato sulla targa (e questa, a sua volta, è montata sul veicolo), l’immatricolazione è considerata ufficialmente e legalmente completata. Una targa priva del bollino di immatricolazione (anche se tutto è regolarmente registrato nei documenti del veicolo) è da considerarsi non valida e, in determinate circostanze, in caso di controllo da parte della polizia, si rischiano una multa e ulteriori sanzioni.
Per questo motivo, per mettere un veicolo fuori uso è sufficiente, sia teoricamente che praticamente, rendere illeggibile il bollino graffiandolo con un attrezzo – operazione sorprendentemente semplice, nonostante la resistenza di queste etichette nel traffico, grazie alla loro struttura speciale.
L’etichetta tecnica: il bollino della revisione (HU)
Per un veicolo nuovo, dopo tre anni e successivamente ogni due anni (fanno eccezione i veicoli a uso commerciale, per i quali l’intervallo è annuale), il proprietario è tenuto a sottoporlo alla revisione periodica, comunemente nota come “appuntamento TÜV”.
In questa sede, il tecnico incaricato verifica, sulla base di un elenco prestabilito, che il veicolo sia tecnicamente idoneo alla circolazione. Tra le voci controllate ci sono, tra l’altro, freni, impianto di illuminazione, telaio e, non da ultimo, i valori delle emissioni. Se qualcosa non è conforme, la revisione non viene superata e occorre intervenire.
Da oltre 60 anni, un piccolo adesivo attesta il superamento di questa revisione: il bollino HU. Ecco alcuni fatti interessanti:

- Il bollino HU (di forma circolare) viene sempre applicato sulla targa posteriore. Se nei veicoli a una sola corsia quella è l’unica targa presente, allora vi si trova anche il bollino di immatricolazione.
- Fino al 2009 esistevano due bollini TÜV: quello posteriore indicava solo il superamento della revisione periodica, mentre un secondo (di forma esagonale), applicato sulla targa anteriore, attestava il superamento del controllo delle emissioni. Questo sistema è stato modificato. Oggi il bollino HU viene rilasciato solo se anche il controllo delle emissioni è stato superato. Esiste quindi un solo bollino TÜV.
Il bollino è progettato in quattro modi diversi per permettere alle forze dell’ordine (e anche a voi) di riconoscere facilmente se è ancora valido e fino a quando:
- Al centro sono riportate le ultime due cifre dell’anno in cui deve avvenire la prossima revisione.
- Lo sfondo dell’etichetta TÜV è colorato secondo un codice annuale. Esistono sei colori che si ripetono ciclicamente ogni sei anni.
- Intorno al bollino è presente una corona con i numeri da 1 a 12. Il numero posizionato in alto (cioè in corrispondenza delle ore 12) indica il mese entro cui deve essere effettuata la revisione; il termine è l’ultimo giorno del mese.
- Per permettere, tra l’altro, alla polizia di riconoscere anche da lontano se la revisione è ancora valida, le aree adiacenti ai numeri 1, 12 e 11 sono contrassegnate da spesse barre nere. In base alla loro posizione, insieme al colore dell’etichetta, gli agenti possono così stimare se un veicolo davanti a loro è in regola.

E tutto questo in un’etichetta che, per legge, può avere un diametro massimo di soli 35 mm. A proposito: se il veicolo è già immatricolato a tuo nome, sarà il tecnico della revisione ad applicare il bollino sulla targa. Per i veicoli nuovi o usati da reimmatricolare (cioè, ad esempio, quando sono necessarie nuove targhe), l’etichetta viene applicata presso l’ufficio immatricolazioni dopo la verifica del relativo rapporto TÜV.
L’etichetta ambientale: il bollino antipolvere
Questa etichetta non è solo la più recente tra quelle presentate in questo articolo, ma è anche una delle poche in cui il lato visibile dopo l’applicazione è quello a contatto con la superficie; il bollino antipolvere deve infatti essere applicato obbligatoriamente all’interno del parabrezza.
Le normative sulle emissioni esistono nell’UE già dal 1970. Per molto tempo, però, erano indicate solo nei documenti del veicolo. A partire dal 2006, la Repubblica Federale ha introdotto una legge che consente a città e comuni di istituire zone speciali; aree in cui, attraverso divieti di accesso, è possibile rispettare i limiti per sostanze come ossidi di azoto e polveri sottili.
Ciò ha reso necessario poter riconoscere a colpo d’occhio se un veicolo rispetta una determinata norma sulle emissioni per accedere a queste zone. La soluzione è stata l’introduzione di un sistema di bollini, i cosiddetti bollini ambientali o antipolvere.

- Esistono in tre colori: rosso, giallo e verde, ciascuno con un numero ben visibile (2, 3 o 4) al centro. Quale veicolo riceve quale bollino è stabilito da un sistema complesso di codici presenti nei documenti del veicolo.
- Ogni bollino deve riportare nel campo previsto le lettere e i numeri della targa ufficiale. Deve essere applicato sul lato interno destro del parabrezza, cioè sul lato passeggero. Da lì deve essere completamente visibile dall’esterno.
Il principio successivo è semplice: all’ingresso delle zone ambientali, i cartelli stradali indicano quali bollini sono ammessi. I bollini verdi sono validi in tutte le attuali 56 zone ambientali. Al contrario, i veicoli diesel più vecchi con bollino rosso, così come quelli senza alcun bollino (anche se, in teoria e in pratica, ne avrebbero diritto) non possono più accedere a nessuna zona ambientale.
Da alcuni anni si discute dell’introduzione di un bollino blu, legato a requisiti ancora più severi, ad esempio per le auto elettriche. Finora, però, si è trattato solo di proposte e dibattiti politici.
L’etichetta autostradale: il bollino per il pedaggio
In molti Paesi, le autostrade e le strade a scorrimento veloce sono accessibili solo previo pagamento di un pedaggio aggiuntivo. Anche in Germania esiste un sistema simile per i camion. Tuttavia, siamo un “caso particolare”, perché non esiste più un bollino adesivo corrispondente; tutto funziona in digitale tramite il sistema Toll Collect.
Diversa è invece la situazione in molti Paesi europei vicini, come ad esempio Austria e Svizzera. In questi casi, il sistema di pedaggio funziona in modo simile ai nostri bollini TÜV, con codici colore e anni stampati. L’Austria, ad esempio, utilizza ogni anno dal 1997 un colore ben distinto: nel 2023 un porpora scuro, mentre l’anno precedente era un arancione acceso.
Di solito sono disponibili diversi periodi di validità, per permettere a chi è solo di passaggio di pagare meno rispetto ai residenti. In ogni caso, le vignette sono sempre etichette da applicare sul parabrezza e hanno un livello di sicurezza simile a quello dei nostri bollini ambientali.
Conclusione: le etichette sono molto importanti nel settore dei trasporti
Le etichette sono supporti informativi di facile applicazione e altamente personalizzabili. Per questo motivo possono assolvere a molteplici funzioni anche nel contesto stradale, non solo per scopi privati, ma anche per finalità di carattere pubblico e istituzionale.
FAQ
- Chiunque può stampare le etichette qui menzionate?
No, assolutamente no. Trattandosi esclusivamente di etichette regolamentate dallo Stato, solo enti autorizzati possono produrle. - È consentito incollare una nuova etichetta sopra una vecchia?
In linea generale, no. Ad esempio, il vecchio bollino HU deve essere obbligatoriamente rimosso prima di applicarne uno nuovo. - Cosa succede se si commette un errore nell’applicazione di un’etichetta da incollare autonomamente?
In tal caso, a causa delle proprietà autodistruttive dell’etichetta al momento della rimozione, sarà probabilmente necessario procurarsene una nuova. Tuttavia, se l’errore avviene subito dopo l’acquisto, potrebbe esserci un margine di tolleranza.